L’elenco dei reati per i quali ai sensi del D.Lgs 231/01 è prevista una autonoma responsabilità amministrativa delle Società ed Enti, si amplia ulteriormente con l’introduzione dei reati ambientali.
Il D.Lgs 121/2011 ha infatti modificato l’impianto dei reati presupposto previsti appunto dal Decreto Legislativo 231/01 introducendo l’articolo 25-undecies, in recepimento della Direttiva n. 2008/99/CE sulla tutela penale dell’ambiente e della Direttiva n. 2009/123/CE sull’inquinamento provocato dalle navi.
Le fattispecie introdotte sono più di 30, e riconducono la responsabilità dell’Ente ai delitti previsti dal cosiddetto Codice Ambiente D.Lgs 152/2006 e ad altre leggi speciali.
Molti di tali reati sono di natura colposa, cioè non riconducibili ad una volontà del soggetto di commettere il fatto ma si realizzano per colpa, anche per violazioni di natura meramente formale. (Es. Trasporto di rifiuti propri con indicazione nel formulario di dati incompleti o inesatti…..)
Le pene previste sotto forma di sanzione pecuniaria sono calibrate in varie fasce corrispondenti alla gravità del fatto, e sono previste forme di sanzioni interdittive che nei casi più gravi possono portare all’interdizione definitiva dall’esercizio dell’attività.
Dopo l’introduzione dei reati colposi in materia di sicurezza sul lavoro, l’ennesima conferma che dotarsi di un Modello Organizzativo di gestione e controllo, in grado di tutelare l’Azienda anche da incidenti di percorso e quindi imputazioni in tal senso ex D.Lgs 231/01, diventa sempre più importante per proteggere sia la propria organizzazione che in concreto i beni primari della salute e dell’ambiente.
L’elenco completo dei reati previsti in materia ambientale ed il testo aggiornato del decreto legislativo 231 del 2001, sono consultabili gratuitamente nell’apposita sezione dedicata ai materiali di lavoro sul D.Lgs 231/01.